Territorio

Rintocchi di Pennabilli

Pennabilli
Written by Redazione

A 629 metri di altitudine, al centro della vallata del Marecchia, c’è Pennabilli. La Toscana è vicina, si sente il libeccio e dall’Adriatico arriva il grecale. In mezzo a questo incrocio di venti l’aria è pulita e la vista magnifica. Basta guardare una foto, magari scattata dal Roccione, per sentire un senso di pace. Forse per questo nessuno si stupisce di trovare proprio qui, in mezzo all’Appennino tosco emiliano una campana tibetana. Non stona affatto. Ma come ci è arrivata?

Tratto da Repubblica 2021

Intanto bisogna specificare che quella campana arriva in qualche modo dal Tibet, ma è cristiana ed è stata inaugurata dal Dalai Lama, nel 2005. È una storia lunga questa, che inizia tre secoli fa. E che parla di un’amicizia profondissima. Talmente sincera da condurre in visita qui il Dalai Lama per ben due volte. Tenzing Gyatso, XIV Dalai Lama del Tibet e Premio Nobel per la Pace è stato in visita a Pennabilli nel 1994 e poi nel 2005.

Stefano Zocca Unsplash

In entrambe le occasioni lo ha fatto per onorare la figura di un personaggio fondamentale per questa comunità: Padre Orazio Olivieri della Penna, frate cappuccino che evangelizzò l’Asia tre secoli fa. La storia di questo religioso parla di avventura, di coraggio. Ma soprattutto di integrazione. Il popolo tibetano lo ha sempre rispettato. Tutti i documenti ritrovati elogiano le azioni di padre Orazio. È vero, la sua missione era diffondere la religione cattolica, però non fece solo questo. Portò nel paese la prima stamperia a caratteri mobili e a lui si deve la compilazione del noto dizionario italiano-tibetano, il primo della storia. Si trattò per l’epoca di un’opera monumentale: nel 1732 il dizionario contava oltre 32000 vocaboli, scritti di suo pugno.

Padre Orazio era l’ultimo di tre figli di una casata nobile e a vent’anni decise di rinunciare alla mondanità per entrare in monastero. E proprio negli anni del suo noviziato venne aperta la missione in Tibet, una delle tante ad opera della chiesa cattolica in tutto il mondo. Parte nel 1712, per arrivare a Lhasa soltanto tre anni dopo. All’epoca arrivare in Tibet era come arrivare sulla luna. Quando il viaggio si “standardizza” dura almeno un anno. Si andava a piedi fino alla Bretagna, da lì ci si imbarcava sulle navi della Compagnia delle Indie, poi sei mesi di navigazione fino al Bengala e ancora a piedi fino al Tibet. A quattromila metri di altitudine.

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